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mostre

Oggetti e strutture installati per un determinato periodo, tempo specificato in modo da riflettere questo. Spazio per creare relazioni e porre domande. Poiché la forma del mondo dipende dal modo in cui lo guardiamo.

2018 eardepfl - soni - patate - Brunnenburg - Dorf Tirol


L'oro del piccolo uomo


Gli Incas chiamavano le patate “papas” e non le coltivavano solo per mangiare. Le patate avevano valore culturale, religioso e nessun valore commerciale. L'oro invece lo chiamavano "perle di sudore dal sole".

Patata o oro ...
l'uno è vitale, l'altro prezioso. Un'idea legata alla questione: come vogliamo vivere e quali sono i nostri valori?

Poiché l'arte è libera dalla paura del contatto tra cose diverse può stabilire relazioni e rende possibile la connezione tra l’ arte la scienza e l’economia. Nell'area intermedia sorge quindi quella magia che non può essere vista ad occhio nudo. Un'immagine dal microscopio elettronico rappresenta la foglia di una patata e diventa un aiuto scientifico. Immergersi nel microcosmo, ingrandire l’invisibile, questionare le prospettive. La scienza permette approfondimenti. La natura diventa arte e arte un atto naturale. Perché l'arte rende possible dissolvere strutture rigide e permette nuove forme di esperienza sviluppando un macrocosmo che si dispiega in ogni direzione, astratta e tridimensionalmente. Un determinato colore scelto, tutti colori e allo stesso tempo nessuno. Nero come le ombre della notte. Una ricerca di purezza, un ritorno a zero. Nell’ ingrandimento invisibili capelli sembrano armi, cellule ghiandolari diventano pugni, stomi fanno da scout, come se la foglia dovesse difendere il frutto nasconsto nel terreno. Stima.

Il misterioso, l'inspiegabile non è la cosa più bella che possiamo sperimentare?

Oggetto da parete realizzato in terracotta 60x60cm con getto dorato di una patata in una vitrina 15x15 cm

2018 Un respiro - Museo della collegiata san Candido


Come vogliamo vivere e quando viviamo?


L'artista esplora questa domanda con diverse immagini. Tutta la vita è relazione. Dal primo respiro all'ultimo intratteniamo relazioni con il mondo che ci circonda, con altre persone, animali, piante, con lo spazio e l'ambiente. Il respiro è lo strumento più diretto attraverso il quale l'interno si connette con l'esterno. Il respiro è la forma più pura di relazione. Inspiriamo espiriamo. Respirare e vivere.

2016 Die Schneid - Brunnenburg - Dorf Tirol


La separazione di cielo e terra

Numerose storie raccontano la separazione del cielo e della terra e spesso sono miti di separazione, commoventi, confusi, umoristici o addirittura stravaganti.

Molto tempo fa, nulla ha separato cielo e terra. Cielo e Terra erano una coppia che si abbraccia, come Nut la dea del cielo e Geb, il dio della terra in Egitto. Come Gaia, la dea della terra e Urano, il dio del cielo in Grecia dalla quale unione nacque Kronos. Frutto perfetto si potrebbe presumere se il figlio non avesse castrato suo padre con una falce. Un taglio. Tuttavia, nasce un’epoca d’oro, un mondo pacifico e gente felice: obiettivo di ogni desiderio. Forse per questo Kronos in seguito fu equiparato a Crono, il dio alato del tempo.

Ci sono, naturalmente, anche storie che raccontano di una connessione tramite una scala celeste o una corda descrivendo così uno stato paradisiaco. Separati e simultaneamente collegati. Separazione crea spazio e tempo, ma anche polarità, uomo e donna, cielo e terra, vita e morte. Separazione crea distanza, movimento non stagnazione e una vita che cercherà sempre di riunirsi.

Il mondo un luogo di dualità in cui l’annullamento degli opposti significherebbe un ritorno nel caos o nuovamente in una zuppa primordiale dalla quale tutto è sorto.

La separazione di cielo e terra
Intonaco di argilla su juta con scultura in ferro 240 x 78 x 50 cm

2015 Il papavero nella mitologia, medicina popolare, il cibo e la cultura materiale del Tirolo - Brunnenburg - Dorf Tirol


Come papavero e memoria

Il Linguaggio caratterizza i nostri pensieri e le parole trasmettono sentimenti quindi quando parliamo di noi stessi, usiamo parole per identificare ciò che pensiamo e come ci sentiamo dando da altri uno sguardo nella propria anima.
Invece di parlare preferisco guardare al mondo come a un palcoscenico e di mettere in scena i miei pensieri e le mie idee. Forse questo è solo un gioco, forse un passatempo, anche se non è possibile far passare il tempo. Il tempo passa anche senza che lo vogliamo. Forse è un’attività che contribuisce a conoscere meglio me stessa in combinazione con il desiderio di creare relazioni tra ciò che sono e ciò che non sono.
Spazi all'interno e all'esterno - localizzazione – cercando armonia tra natura e arte. Unire e differenziare, scoprire, velare, svelare, ascoltare il suono interiore, tracciare segreti insondabili. Ridimensionare le proporzioni per risolvere apparenti certezze perché nella percezione aree separate si fondono.

Inoltre mi chiedo come nascono valori immateriali e come sarebbe possibile materializzare questi valori.
Adattamento. Può darsi, forse è solo un gioco, ma uno che fatto diventa arte se è sottile. I confini si dissolvono e mi permettono di affondare in un mondo irreale d’idee miracolose. Un mondo pieno di speranza che mi piace condividere con altri. Anche se il caos, la follia e l'orrore non mancheranno di ottenere il sopravvento, il desiderio di creare ordine, bellezza e armonia rimarrà vivo. Interezza come obiettivo e l'arte come strumento per collegare la natura all’essere umano e l’uomo all’uomo.

Fiori di papavero - Fibbra di vetro laccato, alluminio e pietra d = ca 70 cm
Semi di papavero - Acrystal 45 x 35 x 15 cm assemblate a teste di gres in varie dimensioni.

2014 Flickwerk - Brunnenburg - Dorf Tirol


Fibula

Nella prefazione del catalogo della mostra al Castell Fontana di Tirolo - Museo Agricolo e Ezra Pound-Centro per la letteratura, Wolfgang M. Heckl scrive: "La vita rurale nel Tirolo, come in molte altre regioni era sempre definito dalle necessità e la scarsità di risorse. Riparare, riciclare e riutilizzare gli oggetti di uso quotidiano era dunque un fatto inevitabile ed importante nella vita di tutti i giorni della popolazione rurale. Nella società usa e getta che negli ultimi decenni ha dominato nei paesi occidentali industrializzati, questo modo di vivere a lungo era stato considerato un modo di vivere arretrato. Tuttavia, negli ultimi anni si nota un ripensamento. Prodotti che fin allora furono scartati ora sono trasformati in maniera creativa in nuovi prodotti e dunque rivalutati. Una pratica comune da sempre nella cultura contadina.”

Fibula
Vecchie lenzuola, tovaglie, asciugamani e biancheria sono stati tinti, cuciti e messi insieme formando cinque tele. Fissate al soffitto con fermagli dalle cartelle e messi in relazione con dieci piedi etruschi in possesso di Castel Fontana. 3m x 1,6 m.

2010 Sommer e state - Galeria Civica - Bressanone


Estate è fuori - arte è dentro
Sfrutta il tempo stai fuori.
La galleria rimane chiusa per tutta la durata della mostra. Tuttavia per 24 ore sarà possibile visitarla, dall'esterno verso l'interno.

2010 Maringgele - Commenda Longomoso - Renon


Maringgele

La mostra ha luogo nella commenda Longomoso sul Renon che appartiene all'Ordine Teutonico. Si tratta di un luogo dove si perde la terra sotto i piedi, un luogo sospeso. Uno sguardo fuori dalla finestra – voglia d’estate. Locuste, fiori, ombra e luce.

In Sud Tirolo la mantide si chiama Maringgele, in latino Mantis religiosa, in greco significa profeta. Un alone di mistero avvolge questi affascinanti animali. Ho letto che l'estrema mobilità della testa è unico nel regno degli insetti e che ha le gambe spinose. Quando è riposa o é in attesa di prede, trasmette l'immagine di una creatura orante. Molti miti ruotano intorno a questo animale. Ecco perché ho voluto fare qualcosa che emette un sospiro. Doveva essere qualcosa che non è mai pienamente compreso. Se lo si guarda deve causare paura e gioia simultaneamente, essere visibile e invisibile contemporaneamente e causare solo un’impressione intrattenibile per poi ritornare e provare un’altra sensazione. I visitatori hanno bisogno della propria immagine incomprensibile.
Fondamentalmente però si tratta di spazio che pone la domanda:
Quanto spazio diamo ai nostri sogni, speranze e paure?
Quanto spazio diamo a quello che crediamo?
Perciò Maringgele come immagine rappresenta in primo luogo un essere femminile, anche se è famosa per il suo cannibalismo, che comunque è causato solo per conservare la specie, dall'altro lato rappresenta un essere con enorme potenza di adattamento; La mantide quindi è solo un’immagine per tutto ciò che non è tangibile o comprensibile, una scultura in alluminio nient’altro che un pensiero che riempie lo spazio.
E visto che tutto è legato alla prospettiva da cui la si guarda le mie due stanze sono come il giorno e la notte, una scura con piccole mantidi luminose e l'altra alla luce del giorno ma entrambi assolutamente silenziose.

2009 occhio ai segni - Museo di tipografia - Parcines


La percezione unisce ciò che separa l'intelletto.
Come ha iniziato lingua? Con quali segni comunichiamo?
Cosa ci sarebbe se non avessimo lettere?

Sebbene facciamo impostiamo dei segni, come gli impostiamo e dove. Indipendentemente dal fatto se si batte delle lettere con una macchina o a mano, su carta o nella rete digitale globale. Tutto ciò che si fa è un'arte, quando siamo consapevoli di ciò che si fa e se la percezione si concentra sul momento. La scrittura é un processo creativo, possono essere testi lirici e poetici, lettere formano immagini, il linguaggio è un gioco, lettere impostate con il movimento delle dita. Mani che creano pensieri sulla carta, macchine ideate per inventare...
Fatte per attivare la comunicazione.

Gustave Flaubert dice: “Più l'arte progredisce, più si avvicina alla scienza e allo stesso ritmo la scienza diventa arte. Entrambi si incontreranno nuovamente in cima dopo aversi separato alla base.”

2008 Movimento nello spazio - Forte di Fortezza


Cos’é realtà?
Performance in occasione della Manifesta

2008 Viva l'amore per l'arte - Museion - Bolzano


08.08.2008.

Reazione artistica alla vicenda della rana di Martin Kippenberger di fronte al Museion a Bolzano.

2007 Margarete, detta Maultasch - Castel Tirolo


Allestire una mostra

Esporre in uno spazio è sempre una storia di rapporti e relazioni e bisogna chiedersi quale oggetto deve esser posizionato dove e perché. Tutto parla e tutto comunica. Non vi è differenza se si tratta di una mostra del proprio lavoro o di una retrospettiva usando altri oggetti. Nel momento in cui le cose lasciano il loro solito posto e vengono inseriti in nuovi contesti raccontano una storia diversa, perché non parlano solo gli oggetti, i quadri, ma inserisce la sua voce anche lo spazio circostante, immediato, concreto. Racconta la sua storia anche l’edificio, il luogo in cui l'edificio sorge, la città, il paese, il continente ...

Ovunque si raccontano storie queste suonano diversamente.

Arte comunque è un pensiero materializzato, soggettivo e non importa se lo spazio è infinitamente piccolo o infinitamente grande o se il passato cambia al futuro. Arte espande lo spazio. Simultaneamente arte esiste solo se un'idea presentata trova risonanza in altre persone per diventare un atto che di per sé è arte. Non c’è nulla di sbagliato se una mostra concepita da un punto di vista ovviamente soggettivo genera anche una percezione soggettiva.
Allestire una mostra è sempre un mezzo di comunicazione non verbale e bisogna essere consapevoli che certe cose possono essere comprese solo in certi posti, perché certi luoghi hanno assorbito e salvato certi eventi nella memoria. Sappiamo anche che talvolta certe cose sono accessibili alla nostra coscienza solo se considerate da un punto di vista passato. Se da un lato le cose ci conducono alla comprensione dalla vicinanza dall’altro lato ci offrono l'accesso solo dalla distanza.
La visualizzazione di contenuto tramite allestimento, materiali, luce e ombra può avere un profondo impatto nel benessere dei visitatori e raggiungerli laddove entra in gioco la fenomenologia della coscienza e i diversi meccanismi di difesa più razionali non funzionano piú. Bisogna quindi essere consapevoli che anche l’allestimento di mostre deve assumere responsabilità per fatti che poi possono raggiungere uno stato generico. Naturalmente vi sono casi in cui più di una persona é responsabile per i contenuti, come esistono anche situazioni in cui vi sono posizioni diverse una accanto all'altra. Sicuramente non c’è mostra vista solo da una posizione obbiettiva perché in ogni caso dietro le cose mostrate ci sono quelle che non si mostrano, e tutte le esposizioni sono costruite per far vedere un pensiero. In ogni caso in tutte e stato dimenticato qualcosa o è stato rinunciato di esporre qualcosa. Sappiamo che anche quello parla.

2007 Terra, nient'altro - Galeria Prisma - Bolzano


o in dialogo con i fiori del mio futuro giardino

Tutto è terra.
Piccoli quadri, fianco a fianco. Altri, più grandi, colorati, strutturati. Posizionati sotto le arcate diventano sculture tridimensionali.
Terra nello spazio - spazio-terra.
Nella seconda sala frammenti di porcellana illuminati sembrano fiori di luce.

2006 La danza sull’uovo il codardo o la fragilità dell'Essere - Galerie Egert 7 - Dornbirn


Se tu fossi io ...

Potrei rinunciare di mettere in discussione qualcosa, pensarla in modo diverso, o fare le cose a modo mio per ottenere il mio punto di vista espresso.
Se tu fossi io...
non avrei bisogno di creare spazi, oggetti o confrontare la mia percezione con la tua.
Se tu fossi io...
basterebbe che le mie mani formerebbero i tuoi pensieri in modo profondo, umile, creando una sensazione di calma e bellezza.
Luce dal passo di danza, che non nega l'infinito non adegua il vuoto, non esclude la vista non lava l’anima dalla polvere, come diceva Picasso. Una fusione di reazioni e percezioni diverse condensate in un insieme omogeneo, che si manifesta nel pensiero individuale e si manifesta in un'azione comune. Quanto semplice sarebbe la vita, facile, senza pretese e quanto noiosa.
Non ci sarebbe più nessuna ragione di aspirare qualcosa, né il desiderio di coscienza né di creare le proprie idee, e nemmeno di interagire con la natura per creare ordine nel caos.
Non ci sarebbe evoluzione.
Quant’é uguale l’uguale? ... Se sappiamo che cose fondamentalmente diverse non sono altro che aspetti diversi della stessa cosa.
Mostra insieme a Margit Denz

2006 Attraverso i tempi - Castello di Castebello - Castelbello


Il castello, l’arte e la vita

tutto è in continua evoluzione, niente rimane lo stesso. Non è la percezione che ci distingue dagli animali, ma la nostra coscienza. Una mosca che strisca su un dipinto lo vede, lo annusa, lo palpata, eppure non sa quello su quale supporto strisca. Lascia la superficie in volo se qualcosa attira la sua attenzione; mille occhi, mille sfaccettature del mondo.
Molto simile è la mostra che attualmente ha luogo al Castello di Castelbello. Opere di 75 artisti provenienti da Alto Adige sono presentati al pubblico. Se ci differenziano da altre creature perché siamo capaci di riflettere sulle cose, come sempre si afferma, in questa mostra dovrebbe essere possibile intuire qualcosa che ci porta avanti e non solo come consumatore ma come destinatario. Tale mostra dovrebbe offrire diversi punti di vista tra quello che vediamo e ciò che non è visibile, ma esiste solo in noi stessi. Ogni artista esegue il suo lavoro da una prospettiva individuale, le sue sfaccettature, le sue esigenze per essere in grado di vivere la propria vita. Niente di universale, uguale per tutti in quanto anche ogni ricezione di ogni spettatore potrebbe essere valida solo per lui. Se lo spettatore pensasse come un artista, lo spettatore diventerebbe artista perché questo significa percepire la realtà, qualunque essa sia, e capire la vita attraverso di essa.
Questa mostra può incoraggiare per trovare il proprio punto di vista. Una museruola esposta, uno può immaginare ciò che l'artista cerca di esprimere ... una testa sulle ruote ... una nave ... un dipinto di una stanza con la porta ... filtri per il caffè ... o semplicemente rosso ... delle parole dietro un velo ... Senza arte non respiro .... una esposizione che mostra tutto e niente. Potrebbe essere che l'arte ha più a che fare con la vita come noi le permettiamo? Potrebbe essere che non possiamo scoprire la spiritualità nell'arte, perché abbiamo in mente solo il guardare, volare, atterrare, mangiare - come una mosca - e siamo sempre all'erta per non essere uccisi?
Il Castello diventa uno spazio per l'arte contemporanea mettendola in relazione con altri tempi ed epoche. Può darsi che nulla veramente cambia?
Performance insieme a Wolfram H. Pardatscher

2004 www.anima - Castel Prösels - Prissiano


Spazi

Agire insieme, condividere lo spazio e diventare spazio.
Fibre di cotone illuminate da luce nera. Ciottole di cera fluorescente creano uno spazio infinito.
E in mezzo, io.
Installazione fatta insieme a Stefan Tschurtschenthaler

1999 ArteFax I - vecchie Terme - Merano


Festa dell'artista

Prima della demolizione delle vecchie terme di Merano insieme a Kunst Meran/o Arte abbiamo sviluppato l'idea di utilizzare l'area per una festa degli artisti.
Una sfilata - architettura sul corpo e sculture commestibili sono solo due dei progetti suggeriti.

Insieme a Wolfram H. Pardatscher abbiamo ideato: il corpo del paesaggio - Bit & Byte – il paesaggio del corpo.
La scultura commestibile che rappresenta la canzone folcloristica “Wohl is(s)t die Welt so groß und weit” fatta di pasta di pizza su corde, non servì a lungo come spartito.

1998 Elementi - Galeria in Piazza Fontana - Merano


Senso dello spazio - spazio per i sensi

3spazi - 4 artisti
Terra, acqua, aria, fuoco. Spazio terra, spazio aqua, spazio aria e luce.
Insieme a Erika Inger, Stefan Tschurtschenthaler e Wolfgang Wohlfahrt


1997 GLi eredi di paperone - Galeria della Banca Poplare - Merano


Tutto brilla

Un luogo racconta la propria storia. Una mostra tutta d’orata. Che cos’è felicità? Ricchezza è fortuna? Le fiabe lo promettono.

Chi non lo conosce, zio Paperone il sinonimo per l’accumulo di denaro e simbolo di ricchezza che tuttavia non raggiungerà mai l'obiettivo di felicità e soddisfazione?

Nonostante una migliore consapevolezza, o forse ameno, noi tutti tentiamo ad aumentare fama e denaro. Oppure siamo costretti ad accumulare i nostri beni materiali?
La mostra si occupa dei sogni di irragionevolezza e la presunta felicità che speriamo di trovare nella ricchezza e prosperità. Siamo parte di un sistema che misura il valore della nostra esistenza e delle persone al numero di zeri nel portafoglio, o abbiamo inghiottito come unica verità le favole della nostra infanzia che ci facevano credere che il denaro rende felici? - E tutta l'infelicità era finita ... Quanta sofferenza nel mondo è connessa a questa fede?
La bella apparenza della realtà rappresentata dal denaro come unico sistema concreto di soddisfare i nostri sogni è ingannevole. Anche se il proprietario si sente al sicuro in realtà è dipendete dalla sua proprietà, dal suo denaro, dal suo prestigio, dal suo ego. Non c'è nulla di ciò che si ha che non si potrebbe perdere. Forse la nostra vita dovrebbe concentrarsi sull’essere invece dell’avere. Mentre quello che abbiamo diminuisce con l'uso, l'essere aumenta con la pratica. Non perdiamo ciò che diamo, al contrario, perdiamo ciò che teniamo in pugno. Il problema è che ammiriamo personaggi come Paperone de Peperoni, ma siamo in grado di amarli? Questo è il privilegio di Paperino, il povero disgraziato, con le sue diverse carenze umane.
Nonostante tutto, ci sentiamo bene quando saliamo la scala del successo, ascoltiamo attentamente la storia dell'Euro associata con uno standard di vita maggiore. E proseguiamo, corriamo, facciamo rumore, non ci stacchiamo dal telefono e facciamo i nostri conti mentre perdiamo. Quanto è facile arrivare tra le ruote, perdersi, perché abbiamo dimenticato come prestare attenzione ai valori interiori delle persone. Tutto questo mi sembra come se ci trovassimo a tempi di guerra, quando Madre Coraggio ha riconosciuto la guerra come suo effettivo capofamiglia, anche se non voleva altro che sopravvivere con i suoi figli. E poi quando perde i suoi figli a causa della guerra non cambia nulla, perché fare affari ormai è diventato tutto ciò che aspirava. Ha dimenticato la ragione per la quale ha fatto affari e alla fine è costretta di spingere il suo carro da sola ... non istruita dagli eventi e non istruibile ... E la differenza oggi?

1995 Abitanti - Galeria Artforum - Merano


Il nido, il guscio, la conchiglia

Durante la costruzione della propria casa e nel campo dell'arte, compresa la realizzazione, tutte le decisioni dipendono dallo spirito, tenendo conto delle passività del mondo percettivo. Se non-conoscenza non è ignoranza, ma la difficile impresa di superare la conoscenza anche l'anima può essere il primo suggerimento che in ogni momento offre ad un opera di essere una pura creazione e diventare un'esercizio di libertà. L'arte compete con la vita, crea sorprese per eccitare la nostra fiducia e per proteggerla dalla sonnolenza.

Anche se non capiamo le cose senza provarle, in quel punto nello spazio interno laddove tutto assume origine e significato, emmergono immagini valide di quel rifugio che cerchiamo anche nelle nostre case. Proprio come quando in un cespuglio si scopre un nido e si nota con quanto amore l'uccello lo ha costruito, o quando guardiamo un guscio abbandonato. Tutto nasce da una necessità interiore da quell’intimità fisica convincente. L'uccello adatta la sua casa al suo corpo, come le persone adattano le loro case alle loro necessità, e viceverso le case si adattano alle persone. Con il nido e la chicciola sono collegate un sacco di immagini e possiamo chiederci quante immagini della natura animale sono nascoste nella natura umana e risvegliano in noi un senso di originalità che ci da calore e significato.
Competenze, pensieri e sentimenti determinano il lavoro totale, li danno l’anima, l’espressione e inseriscono il nostro spazio interno in uno spazio esterno molto più grande. Gaston Bachelard